CUSTOM your BESPOKE

Sound

Perché Bespoke?

Il “fatto su misura” consente una gamma pressochè illimitata di possibilità sonore che spaziano dal vintage al contemporaneo. L'abile e consapevole utilizzo di tutte le variabili fisiche ed elettromeccaniche possibili, come le caratteristiche dei materiali innovativi impiegati e l'accurata ricerca del disegno dei solenoidi, apre orizzonti nuovi all'esperienza dell'esecuzione musicale. “Bespoke” perchè la costruzione del suono di uno strumento possa realizzarsi secondo le specifiche necessità di chi lo usa. Perchè in liuteria moderna niente possa considerarsi “già sentito”!

ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA CHITARRA

Una chitarra elettrica dal punto di vista strettamente meccanico, può considerarsi una struttura idonea a sottendere delle corde metalliche. I parametri fondamentali per prevedere il suo suono naturale, ovvero quello che emetterà lo strumento spento, sono diversi. La tipologia dei legni impiegati per il body, per il neck e per la fretboard determinano il modo di risuonare dell'intera struttura e ciò inciderà sulla timbrica naturale dello strumento. La scelta del modello strutturale più o meno rigido, ovvero bolt-on, set-in o neck-thru, determinano il suo modo di sottrarre energia alle corde durante i loro vibrare e ciò inciderà sul sustain e sull'attacco. La qualità dell'hardware, ponte e nut, determinano il modo di trasferimento di energia dalle corde alla struttura e ciò inciderà su velocità di decadimento e su attacco. In mezzo a tutto questo insieme di agenti che influenzano il moto delle corde, è dunque innegabile che nella composizione della sonorità finale di una chitarra solid body, il compito del pickup risulti fondamentale. Trattandosi di un trasduttore elettromagnetico, esso viene eccitato dalla corda in movimento secondo leggi fisiche ben precise, per restituire tale sollecitazione sottoforma di segnale elettrico. Anche il modo di oscillare della corda in tensione contribuisce a in maniera determinante alla formazione del suono finale di una chitarra. Il vibrare di una corda è un moto abbastanza complesso. A prescindere dalla lunghezza del diapason, una corda libera oscilla fra selletta e nut formando armoniche. Ciascuna armonica si suddivide in nodi ed antinodi. Il nodo di un’armonica corrisponde al punto in cui la corda risulta fissa quindi ininfluente nella generazione di segnale. L’antinodo invece equivale al punto di massima ampiezza di oscillazione con conseguente effetto di massima generazione di segnale. In virtù della lunghezza della scala, la corda può produrre infinite armoniche che sovrapponendosi una con l’altra contribuiscono alla complessità della struttura sonora. Un punto di ripresa lungo il diapason, come è il pickup, capterà un insieme di armoniche che sarà diverso in base alla posizione in cui è collocato. Questa peculiarità del pickup in relazione alla sua posizione sul diapason, è ciò che rende differente il suono di una Telecaster rispetto a quello di una Stratocaster piuttosto che di una LesPaul. Inoltre da ricordare che scale lunghe tendono maggiormente le corde che suoneranno con maggior attacco e sustain. Scale corte consentono minore tensione alle corde, che quindi si muoveranno con maggiore ampiezza determinando maggior output elettrico.

A CIASCUNO IL PROPRIO PICKUP

Alla luce di quanto detto, dunque il pickup deve avere doti qualitative sufficienti a captare le sfumature generate dalle armoniche. La qualità di un pickup è commisurata alla sua sensibilità nel captare le armoniche più alte, dato che l’armonica fondamentale e fino alla quinta, producono effetti abbastanza ben percettibili da qualsiasi pickup anche non di buona qualità. I rami in cui si suddivide il mondo dei pickups sono principalmente due: Singlecoils e humbuckers. Il singlecoil è il precursore. Il primo ad essere inventato e ad essere sfruttato industrialmente da Rickenbacker nel 1931. Il singlecoil è costituito da un’unica bobina di rame avvolta intorno ad un nucleo magnetico. In questa famiglia si annoverano pickups storici come i P90 o i classici Fender. La caratteristica del singlecoil è di risultare molto dinamico, estremamente sensibile ma, proprio per via della sua naturale apertura alla gamma passante, purtroppo sono spesso rumorosi e facilmente suscettibili a campi elettromagnetici limitrofi. Tuttavia proprio per via di queste caratteristiche, il singlecoil consente la ripresa più completa e fedele del movimento delle corde, riuscendo a captare e restituire anche le armoniche più alte. La sonorità tipica del singlecoil risulta generalmente molto brillante.

Il trasduttore humbucking arriva solo nel 1954 ad opera di Seth Lover che sovvertirà il mondo dell’elettrica con l’introduzione del PAF Gibson. L’humbucker arriva quale intelligente soluzione alla rumorosità del singlecoil. Costituito da due bobine simili avvolte in versi di rotazione opposti su nuclei in ferro magnetizzati per induzione da un’unica barra magnetica e quindi in opposizione polare, esso di fatto costituisce un filtro taglia-alto, per via del fenomeno di reciproco annullamento di una porzione di frequenze. La loro caratteristica è di risultare più silenziosi e molto più potenti dei singlecoils, offrendo outputs in grado di mandare facilmente in saturazione gli ingressi di qualsiasi amplificatore. Tuttavia risultano meno definiti e dotati di un range passante meno ampio dei singlecoils. Presentano mediamente una spiccata risonanza in gamma media. L’humbucker potendosi ritenere di fatto un doppio singlecoil, offre la possibilità di poter essere splittato ovvero impiegato solo in modalità singola bobina, riproponendo sonorità singlecoil e pertanto contribuendo ad arricchire le possibilità espressive del musicista.

MATERIALI E TECNICHE DI AVVOLGIMENTO

Il vero Bespoke non può prescindere da un'accurata scelta di materiali, a volte anche inconsueti quasi sempre innovativi. Inconsueti come la lamiera in rame da 0,8 mm di cui sono fatti tutti i baseplates dei nostri humbuckers o come il Delrin con cui sono torniti gli inserti delle nostre bobine supercustom. Innovativi e rispettosi di ambiente e salute come i metalli e le finiture galvaniche a norme REACH della nostra ferramenta di tornitura (viti e slugs), come i magneti ceramici realizzati su nostre specifiche o il filo di rame realizzato nei gradi e nei rivestimenti isolanti più performanti dalla principale casa produttrice Europea. Tutte le bobine di cui si compone ogni nostro pickup, sono disegnate, tagliate ed assemblate presso il nostro laboratorio in Appignano (MC) Italy. Nel caso di un singlecoil ad esempio, appena terminato l’assemblaggio della bobina, ad essa viene applicato del film in Kapton per isolarne il nucleo. Quindi viene saldato all’occhiello il capo start del filamento di rame smaltato e bloccata la bobina sul platorello della bobinatrice.

L’avvolgimento del filamento viene prevalentemente effettuato per mezzo di bobinatrici lineari a scatter meccanico, simili alle macchine che negli anni ’50 avvolgevano per i più famosi brands. Un’altra parte della nostra produzione viene invece realizzata con tecnica di avvolgimento completamente manuale, dallo scatter al tensionamento del filo. Non impieghiamo processi a controllo numerico. Ogni nostro pickup non è mai la replica del precedente o del successivo. Ogni nostro pickup non è mai la replica del precedente o del successivo. La componente random sempre presente nei nostri avvolgimenti, rende ogni pezzo prodotto unico ed inimitabile.

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